Mercoledì 5 marzo 2014, a Potenza, il Comitato “Diritto alla salute” ha incontrato l'Assessore Regionale con la delega all'Ambiente, Aldo Berlinguer.
Il Comitato ha sottolineato che dal 2009, anno in cui è scoppiato il caso Fenice-EDF, non è stato fatto alcun passo in avanti per la soluzione dell'inquinamento dell’area di San Nicola di Melfi, dello smaltimento dei rifiuti in Basilicata e della tutela della salute dei cittadini della zona e che a tutto ciò si aggiunge l’aggravante che da oltre due anni presso l’inceneritore viene smaltito il rifiuto “talquale”, pratica vietata dal 1997 dal Decreto Ronchi.
E’ stato ribadito che la situazione ambientale è disastrosa, anche considerando che l’inquinamento prodotto dall’inceneritore ha origine dal 2000 (come confermato dal Prof. Fracassi dell’Università di Bari) e continua fino ai giorni nostri come testimoniato dall’ultimo monitoraggio ARPAB di novembre 2013.
L'Assessore si è detto pronto ad ascoltare ed accogliere suggerimenti sia circa la riforma delle Istituzioni Regionali di tutela dell'ambiente sia per il futuro piano regionale per i rifiuti e si è impegnato ad una maggiore informazione circa i processi in attuazione in merito.
Al tempo stesso rileviamo che i punti di vista espressi dal Comitato sono apparsi in qualche modo “inattesi”, in particolare:
- l'avversità totale al rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, da noi ritenuta superflua nei confronti di un soggetto già dimostratosi poco propenso al rispetto delle prescrizioni contenute nelle precedenti autorizzazioni e verso cui le Autorità Regionali Provinciali avrebbero già da lungo tempo dovuto intraprendere provvedimenti di interruzione delle attività;
- la rivisitazione di tutte le attività svolte dalle Conferenze dei Servizi succedutesi nel tempo che hanno basato le proprie deliberazioni su valutazioni a volte del tutto prive di riscontri effettivi, contravvenendo al principio di precauzione nei confronti di un'attività palesemente inquinante.
Siamo consapevoli che nel breve lasso di tempo intercorso dal suo incarico, l'Assessore Berlinguer ha già trovato un'enorme mole di questioni da affrontare ed una grande quantità di documenti da approfondire, tenuto conto che la “macchina amministrativa” che lo supporta è sostanzialmente la stessa che ha mostrato enormi lacune nell'affrontare in precedenza le emergenze ambientali lucane e, in particolare, l'annosa questione di Fenice. Ma al tempo stesso riteniamo sia necessario approfondire ulteriormente, anche a seguito delle osservazioni che gli abbiamo esposto, le questioni di cui avremmo preferito fosse stato preventivamente edotto dal Dipartimento.
All’assessore è stato consegnato un documento con le richieste più volte sottoposte alla Pubblica Amministrazione:
- Bocciare la richiesta di rilascio dell’AIA all’inceneritore, con conseguente decadenza dell’attuale autorizzazione in essere e blocco dell’attività.
- Definire il perimetro di territorio inquinato con la realizzazione di una mappa idrogeologica basata su sondaggi reali e non su modelli.
- Individuare con il Ministero dell’Ambiente e l’ISPRA le corrette procedure per la bonifica dell’intera area inquinata.
- Dotare l’ASP di tutti gli strumenti necessari affinché si eviti che i propri rappresentanti in sede di Conferenza di Servizi possano permettersi senza alcun dato oggettivo di esprimere pareri privi scientificità ed obiettività basati semplicisticamente sulla assenza di “denunce di lavoratori che si siano ammalati a causa di Fenice-EDF".
- Dotare l’ARPAB degli strumenti necessari e relative competenze affinché possa essere in grado di eseguire indagini sulle diossine, senza ricorrere a convenzioni periodiche con altre ARPA.
- Definire un piano di sorveglianza sanitaria specifico per i lavoratori Fenice-EDF, SATA e indotto.
- Verificare lo stato delle acque dei pozzi posti a valle dell’inceneritore che sono oggetto di una ordinanza di divieto di utilizzo da parte del Comune di Melfi.
- Analizzare tutti i prodotti agro-alimentari prodotti nella zona.
- Definire un piano di emergenza ed evacuazione per le popolazioni della zona in caso di evento eccezionale.
Non possiamo attendere all’infinito la soluzione di una questione irrisolta da troppo tempo: la Regione Basilicata deve considerarla una priorità assoluta.