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PostHeaderIcon LETTERA APERTA AL SINDACO ALTOBELLO SULL'INCENERITORE FENICE-EDF

Sono state appena pubblicate dall'ARPAB le tabelle dei monitoraggi delle falde acquifere sottostanti l'inceneritore e riferite al mese di gennaio 2015. Continua l'inquinamento da metalli pesanti, composti organici volatili (VOC) e fluoruri. Si conferma in questo modo la totale inefficacia della messa in sicurezza in emergenza (MISE) che Fenice-EDF dice di aver posto in essere. Non c’è ancora un piano di bonifica dell'area dopo la bocciatura - a giugno 2012 - di quello "inapprovabile" presentato da Fenice-EDF.

Dal 16 dicembre scorso, nell'area interna all'inceneritore ci risultano essere ancora parcheggiati  tre camion di rifiuti urbani risultati radioattivi per la presenza di iodio131. Camion posti sotto sequestro delle forze dell'ordine. Camion da cui ci risulta i lavoratori è stato chiesto di tenersi lontani.

A tutt’oggi non sappiamo cosa esattamente sia stato bruciato nel forno rotante il 2 novembre 2014, tanto da determinare la fuoruscita di fumo rossastro dal camino E2 per circa 4 ore.

Da oltre un anno, a seguito di incidenti interni, gli stessi dipendenti dell'inceneritore denunciano innanzi al Prefetto e all'Assessore regionale all'ambiente, gravi problemi di sicurezza interna dello stabilimento.

Qualche giorno fa, il presidente della provincia Valluzzi, si è impegnato a consentire all’Unione dei Comuni Alto Bradano lo smaltimento di rifiuti presso Fenice. Anche per Matera si sta prospettando la soluzione FENICE. Tutto questo conferma la volontà sostanziale di questa Regione di NON VOLER RINUNCIARE ALL'INCENERITORE. Conferma la totale incapacità di gestire il ciclo dei rifiuti in Basilicata. Basti considerare la perdurante assenza di un impianto di compostaggio in Basilicata che costringe i comuni di Melfi e Lavello ad inviare la frazione umida in Veneto!

Sul piano della tutela della salute pubblica, non ci risulta siano state fatte analisi sull'accumulo delle diossine nei terreni circostanti l'area dell'inceneritore ne sui prodotti agricoli provenienti dalla zona di San Nicola di Melfi tantomeno sui prodotti caseari della zona. Così come non ci risulta che siano state avviate indagini epidemiologiche, screening sanitari, valutazioni statistiche di alcun tipo non solo sulle patologie tumorali, ma anche e sopratutto sulle patologie cardiache, vascolari, respiratorie legate e riconducibili all'inquinamento ambientale.

Pur non volendo creare allarmi ingiustificati siamo inevitabilmente molto preoccupati. L'assenza di dati ufficiali e certificati sullo stato di salute della popolazione, sulle emissioni dell'inceneritore e su quanto viene smaltito e bruciato al suo interno, preoccupazione alimentata dall'immobilismo delle istituzioni. Gli unici dati in nostro possesso sono le sconfortanti tabelle dei monitoraggi bimestrali fatti da ARPAB e disponibili sul sito ufficiale www.arpab.it .

Dal lontano marzo 2009, da quando cioè abbiamo scoperto quanto stesse accadendo a nostra insaputa, non è stato fatto alcun passo in avanti! Al contrario, assistiamo inermi alla devastazione dell'ambiente e alla strafottenza di chi continua a fare business sulla nostra pelle. Caro Sindaco Lei ha sempre detto: “se Fenice inquina va chiusa!”. Ebbene, FENICE-EDF INQUINA, MA ANZICHE’ CHIUDERLA LA SI ALIMENTA!

Da ex-presidente della Provinciaex-commissario ATO e da Sindaco di questa cittadina chiediamo azioni concrete. Sappiamo benissimo che non può emettere un’ordinanza di chiusura dell’impianto, ma ci sono mille altri fronti dove può incidere ed intervenire. Abbiamo il diritto di avere risposte serie che non possiamo più attendere!

 

13 MARZO 2015

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Ultimo aggiornamento (Giovedì 12 Marzo 2015 23:00)

 

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