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Vivere in prossimità di un inceneritore non fa male, anzi dobbiamo ringraziare Fenice-EDF!
Sono queste le conclusioni dell’Istituto Superiore di Sanità, voce “autorevole” e “indiscutibile” tra le istituzioni nazionali, relative ad uno studio sulla mortalità condotto per le zone di Lavello e Melfi. Parere autorevole ed indiscutibile come quello espresso qualche mese fa dal dirigente ASP di Venosa. Parere autorevole ed indiscutibile come quello espresso dall’altisonante Istituto “Mario Negri” di Milano in una nota presentata per conto di Fenice innanzi al TAR di Basilicata.
Pareri autorevoli ed indiscutibili che giungono al medesimo risultato: “l’inceneritore non fa male” e tutti accomunati dalla “mancanza” di uno studio che dimostri la relazione tra l’inquinamento prodotto dall’inceneritore e le patologie.
Ma allora ci chiediamo:
- Perché 165 (centosessantacinque) medici della Valdera in Toscana, basandosi su 60 (sessanta) studi epidemiologici internazionali riconosciuti all’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno sottoscritto un documento in cui esprimono parere sfavorevole alla costruzione di un inceneritore?
- Perché si ignora che l’oncologa Patrizia Gentilini dell’Ass. ISDE Medici per l’Ambiente, nello studio condotto a Coriano ha rilevato presenza di diossina in quantità preoccupanti nel latte materno di donne che abitano in prossimità dell’inceneritore?
- Perché si trascura che l’emissione di nano-particelle dai camini dell’inceneritore provochi patologie non solo tumorali ma anche respiratorie, cardiocircolatorie e celebrali?
- Perché si trascura che probabilmente per anni abbiamo consumato prodotti agricoli della nostra zona che sono stati inconsapevolmente innaffiati con acqua contaminata da metalli pesanti e composti organici volatili altamente cancerogeni?
- Perché questi continui tentativi di tranquillizzare le popolazioni locali “a costo zero”, utilizzando, cioè, dati parziali e non aggiornati?
- Perché si ignora il buonsenso dettato del Principio di precauzione? Dove sono i nostri silenti medici che in privato manifestano preoccupazione e pubblicamente sono muti?
- Perché si continua a parlare di prevenzione come se le malattie dipendessero solo ed esclusivamente dai nostri comportamenti sbagliati?
- Perchè si mette in secondo piano la salute pubblica rispetto all’interesse privato di un’impresa?
- Perché si utilizzano voci “autorevoli” per cercare di convincere la gente che l’inceneritore non fa male?
L’impressione, anzi, il convincimento è che qualcuno abbia stabilito che non siamo degni di “giusta attenzione” ma solo di “giuste risposte”.
01/06/2012
Comitato "Diritto alla Salute"