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PostHeaderIcon Non siamo mentecatti!

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

  • Comitato “Diritto alla Salute”
  • EHPA (Environment Health Protection Association )
  • Radicali Lucani
  • Comunità Lucana NO-OIL
  • Matera Città Plurale

La recente pubblicazione da parte dell’ARPAB dei dati sull’inquinamento delle falde acquifere nell’area dell’inceneritore FENICE-EDF, ha dimostrato quanto le nostre Comunità siano vittime ignare di un sistema che privilegia il “business” a discapito della salute pubblica.

Emergono, in queste ore, responsabilità gravissime da parte di soggetti che sono “consapevolmente” venuti meno al loro compito istituzionale di proteggere la salute dei cittadini lucani.

Il prezzo che questa Regione sta pagando e pagherà per i prossimi decenni in termini di deturpamento dell’ambiente, in nome dell’industrializzazione e delle opportunità lavorative, è troppo alto. La reputazione di Enti ed Istituzioni Regionali è stata “macchiata” da persone irresponsabili, senza scrupoli ed in molti casi colluse.

Per questo riteniamo essere necessario fare piena luce sulle responsabilità, le omissioni e le colpe di coloro che per anni hanno pensato (e pensano ancora oggi) che questa sia una regione di poveri mentecatti.

Le nostre Associazioni hanno appena inoltrato un “ESPOSTO - DENUNCIA ” alla Corte di Giustizia Europea, alle Procure di Melfi e di Potenza, e rimesso per conoscenza  al Ministro dell’Ambiente, al Direttore Generale dell’Istituto Superiore della Sanità, al Presidente della Giunta Regionale di Basilicata, al Direttore Gen. Dell’A.R.P.A.B.  di Basilicata,.

I reati contestati sono:

  1. Violazione dell’art. 32 della Costituzione Italiana che tutela il diritto alla salute – reato di  Disastro ambientale – reato di Avvelenamento colposo
  2. Omissione di atti d’ufficio -
  3. Disastro colposo.

Il testo  verrà inviato a tutti gli organi di stampa e pubblicato sui siti internet delle nostre Associazioni ai sensi della Convenzione di Aarhus.

29/09/2011

 

PostHeaderIcon Conferenza stampa con "light buffet" e i trogloditi del Vulture.

Venerdì 23 settembre scorso si è tenuta una conferenza stampa di Fenice: adesso è tutto chiaro.

Alla fine del 2010, Fenice SPA ha costituito una società a responsabilità limitata per offrire la possibilità all'ing. Steardo, amministratore delegato di FENICE-AMBIENTE SRL, di affermare in conferenza stampa: "io non c'ero quando Fenice stava inquinando".

Oggi, ovvero dal 2010 in poi, tutto è stato risolto. La fogna che perdeva è stata turata.

E' strano però che l'ing. Stardo e lo stuolo di tecnici e legali presenti in conferenza stampa non abbiano parlato delle perdite delle vasche di contenimento delle acque di raffreddamento.

Eppure nell'analisi di rischio tecnologico prodotta in conferenza di servizi si parla  proprio di questo.

Dopo lo shock iniziale della lettura dei dati ARPAB dal 2002 al 2007, ci siamo tranquillizzati.

Eppure una serie di dubbi attanagliano il nostro cervello.

Per esempio ci piacerebbe capire il significato dell'affermazione dell’ing. Steardo: "...spesso succede che per ragioni idrauliche, che questi pozzi, oggi non siano in grado ci captare una quantità di acqua sufficiente per poter svolgere una attività di campionamento secondo le norme che regolamentano la materia...", tanto che Fenice proporrà nel piano di bonifica la realizzazione di pozzi più piccoli.

Non è un dettaglio da poco. Nell'ultima conferenza di servizi, l'ARPAB, ha dato il proprio nulla osta alla prosecuzione delle attività di Fenice, basandosi sulla registrata diminuzione dei livelli di inquinanti in falda.

Ma l'acqua presente in falda era sufficiente per fare le analisi?

Non è che per caso ARPAB, parlando di diminuzione, facesse riferimento al livello di "quantità" totale di acqua presente in falda?

Fenice lamenta la scarsa produzione di rifiuti nella nostra regione, ossia poco carburante per il forno a griglia.

Ma allora per quale motivo spendere circa 3MLN di Euro per sostituire il forno a griglia se nel 2009 sono stati bruciati appena 5.700 tonn di rifiuti urbani su una capacità complessiva di 30.000 tonn/anno?

Perchè a marzo 2011 FENICE-AMBIENTE SRL chiede alla Regione Basilicata addirittura un ampliamento di capacità da 30.000 a 39.000 tonn/anno?

Nel bilancio 2010 della capofila Fenice SPA si parla di una svalutazione di 200MLN di Euro a causa della ridotta produttività industriale registrata in Italia ed in modo particolare del cliente FIAT.

In conferenza stampa non è stata data risposta alla richiesta di conoscere la quantità di rifiuti conferiti da SATA.

Eppure sappiamo essere è pari a circa il 20% del totale dei rifiuti pericolosi industriali bruciati nel forno rotante.

Dal 2008 l'inceneritore non incassa più il Cip6, ossia l’incentivo per la produzione di energia utilizzando fonti alternative da petrolio.

FENICE-AMBIENTE SRL, nonostante questo scenario poco favorevole, spende circa 3MLN di euro per la sostituzione del forno a griglia e altrettanti per la Messa In Sicurezza in Emergenza del sito.

Ing. Steardo, ma è stato informato del fatto che la Provincia e tutti i Comuni della zona sono fortemente intenzionati a potenziare la raccolta differenziata?

Francamente quelle di Fenice-Ambiente SRL ci sembrano strategie aziendali un po curiose!

Ed infine un'ultima domanda la vorremmo rivolgere al Presidente della Regione Vito De Filippo ed al Presidente della Provincia Piero Lacorazza: "MA A COSA SERVE DAVVERO QUESTO INCENERITORE?"

Presidenti, vogliamo provare seriamente a mettere in atto un piano di smaltimento dei rifiuti e collocarvi immediatamente i 54 lavoratori Fenice?

Ultimo aggiornamento (Lunedì 26 Settembre 2011 15:48)

 

PostHeaderIcon Provincia di Potenza, 20/09/2011: La kafkiana conferenza di Servizi su Fenice.

Provincia: "ditemi che devo fare: revoco o non revoco?"

Regione: "noi non mettiamo becco".

ASP: "non si può stabilire una relazione tra l'inquinamento delle falde e le malattie delle popolazioni".

Comune di Melfi: a Fenice: "gentilmente vi dispiacerebbe spegnere? ...almeno temporaneamente?"

ARPAB: "e che facciamo la spegniamo adesso che inquina un po di meno?"

FENICE: "non è colpa nostra, la legge è dalla nostra parte".

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 21 Settembre 2011 15:44)

 

PostHeaderIcon COMUNICATO STAMPA "VI SUPPLICHIAMO"

Sabato scorso, a seguito della nostra manifestazione cui hanno aderito oltre 40 tra associazioni, organizzazioni e comitati, l’ARPAB ha finalmente deciso di pubblicare i dati mancanti relativi al monitoraggio dei pozzi FENICE-EDF tra il 2002 ed il 2007.

Confermano quanto già sospettavamo da tempo, ossia che l’inceneritore inquina l’ambiente da dieci anni. A questo punto è ragionevole pensare che l’inceneritore abbia “mal-funzionato” fin dall’inizio della sua attività.

E’ gravissimo che molti, pur a conoscenza dello stato di inquinamento del sito, abbiamo finora omesso ed occultato una situazione estremamente allarmante come quella che in queste ore si è platealmente delineata.

Nelle dichiarazioni degli ultimi giorni, che si stanno facendo frenetiche sul sito ufficiale Basilicatanet, il Presidente della Provincia LACORAZZA, il Vicepresidente MACCHIA, il presidente della Regione DE FILIPPO e il direttore dell’ARPAB ing. VITA, manifestano finalmente una presa di coscienza su quanto sia grave la situazione.
Ma a differenza di quanto dichiara l’assessore Agatino MANCUSI, riteniamo che la lettura dei dati ufficiali pubblicati da un organo funzionale della Regione stessa, siano leggibili ed interpretabili in maniera inequivocabile.

La popolazione riesce benissimo a comprendere che 7032 ug/l di nickel presente nel pozzo 9 a luglio 2006 è molto maggiore di 20 ug/l, limite massimo consentito dalla Legge. Per quanto attiene gli effetti di questi sforamenti sulla salute dei cittadini della zona Nord Basilicata, rimandiamo l’Assessore MANCUSI ad una attenta lettura di quanto contenuto nella letteratura scientifica internazionale che lui, in qualità di medico, dovrebbe ben conoscere.

Le nostre preoccupazioni erano e sono fondate.
Ci auguriamo che le forze politiche di Lavello, nel prossimo consiglio comunale aperto che si terrà il giorno 22, confermino la posizione condivisa espressa in questi giorni.

Infine supplichiamo Regione, Provincia e Magistratura, preso atto della grave situazione, di intervenire affinché questo scempio venga interrotto anche se con un imperdonabile ritardo. Bisogna bloccare immediatamente l’attività di FENICE-EDF attraverso la revoca della autorizzazione temporanea della Provincia e l’annullamento della procedura autorizzativa AIA del Dipartimento Ambiente Regione Basilicata.

Lavello, 19 settembre 2011

Ultimo aggiornamento (Lunedì 19 Settembre 2011 10:24)

 

PostHeaderIcon INQUINA DAL 2007. NO SCUSATE DAL 2002!

2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011

10 ANNI DI VELENI CANCEROGENI ACCUMULATI NEI TERRENI DI SAN NICOLA DI MELFI!

Le nostre proteste, le manifestazioni, le sollecitazioni sortiscono i loro effetti.

L'ARPAB ha finalmente pubblicato (di sabato! il giorno dopo la nostra manifestazione) i dati relativi ai monitoraggi felle falde acquifere sotto l'inceneritore FENICE-EDF a partire dal 2002 fino ai giorni nostri:

http://www.arpab.it/fenice/elencoTabelle.asp

Luglio 2007: CD:CADMIO, CR:CROMO, HG:MERCURIO, NI:NICKEL, PB:PIOMBO

 

NOI NON CI FERMEREMO!

Ultimo aggiornamento (Sabato 17 Settembre 2011 17:09)