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PostHeaderIcon Oggi è una di quelle giornate. (di Raffaele Mazzarelli)

Oggi è una di quelle giornate, a lungo desiderate, in cui i Lucani hanno finalmente potuto riconoscere che qualcosa comincia a funzionare.
Troppo a lungo è durato il disordine, l’insicurezza, l’angoscia di non sentirsi tutelati, di non avere avuto il diritto, cui ogni uomo ha sempre aspirato, di tornare a casa chiudendo la porta alle proprie spalle lasciando fuori, concretamente e simbolicamente ...l’esistenza di un complesso istituzionale che funziona e ci protegge.
Io credo che per non sbagliare nella vita, in molte circostanze, bisognerebbe agire ragionando con la testa di un uomo formato e intelligente, ma con il sentimento puro di un bambino… Un bambino di due anni, se uccide una mosca, sicuramente non lo fa con intenzioni, semplicemente ci poggia la mano sopra per curiosità causando l’incidente.
L’uomo quando uccide anche solo una mosca, lo fa con l’intenzione ben precisa, ha deciso di eliminare l’insetto e si attrezza per farlo.
Gli animali non hanno la nostra intelligenza, non sanno fare i conti, non si esprimono con eleganza o con arroganza attraverso il linguaggio, ma sanno tutelare il loro territorio, sanno rispettarlo, sanno unirsi per difendersi ed amano il loro ambiente…
Eppure l’uomo trova difficoltà a fare tutto questo, non riesce sempre a rispettare il territorio e ha difficoltà ad unirsi per tutelare i propri diritti… Che strano…
Facciamo un corso, lasciamoci impartire lezioni dagli animali e osserviamo i bambini… sicuramente qualcosa cambia….

Raffaele Mazzarelli, 15/10/2011.

Ultimo aggiornamento (Lunedì 17 Ottobre 2011 09:33)

 

PostHeaderIcon Comunicato stampa del 14 ottobre 2011

Lo scorso 12 ottobre, mentre la Basilicata viene scossa dalla notizia di indagini, avvisi di garanzia ed arresti relativi alla vicenda Fenice di San Nicola di Melfi, con un certo stupore abbiamo letto una nota dell'Arpab che sembra volerci ricondurre rapidamente alla logica del “tuttapposto” con cui, per anni, si è cercato in qualche modo di coprire il mucchio di magagne attorno alla vicenda.

Riteniamo opportune, allora, alcune considerazioni:

  • In relazione all'inquinamento della falda acquifera, l’Arpab ci spiega che “le attività di Messa In sicurezza in Emergenza possono alterare i valori” a causa di “difficoltà di campionamento” e conclude che le “considerazioni fatte sulle tabelle bimestrali sono fuorvianti e non rappresentano significativamente la reale situazione del sito contaminato”. Il punto è che quelle tabelle, per quanto ci risulta, sono gli unici dati di cui si dispone e, quindi, comunque i più significativi. Se non è la “reale situazione” è comunque la rappresentazione più prossima di quella reale e ci indica che tuttora la falda è inquinata ben oltre le soglie di contaminazione consentite dalle norme;
  • In precedenza, l'Arpab ha dichiarato che "gli interventi di Messa in Sicurezza in Emergenza del sito, hanno ridotto sensibilmente i livelli di contaminanti delle acque sotterranee” pertanto non vi sono motivi per sospendere l'attività. Ma questa riduzione non risulta da nessuna evidenza, anzi, nelle ultime tabelle di monitoraggio (settembre 2011) emerge un evidente incremento di Nickel e Manganese rispetto a Luglio. Ancora, “i continui interventi di MISE influiscono modificando i flussi sotterranei...” e che “da ciò potrebbe scaturire la presenza di superamenti delle CSC dei parametri oggetto del monitoraggio nonchè la comparsa di nuovi occasionali superamenti”. Guarda un po' le coincidenze, gli “occasionali superamenti” si verificano ogni qualvolta, da circa undici anni ad oggi, si prelevano i campioni da analizzare. Ci scuseranno all'Arpab ma il buon senso ci porta a pensare che non c'è alcuna occasionalità ma che siamo in costanza di inquinamento. Probabilmente le sostanze che superano le soglie di contaminazione previste dalla legge variano solo perché varia la composizione e la natura dei rifiuti che vengono inceneriti;
  • Le valutazioni dell’Arpab continuano a limitarsi alle sole emissioni in falda senza menzionare il monitoraggio delle emissioni dai camini dell’inceneritore, per i quali non ci risulta essere mai stata pubblicata alcuna informazione UFFICIALE e CERTIFICATA. A parte le pile di carta che Fenice-EDF invia agli Enti e che sarebbe arrivato anche il momento di divulgare. Non si può continuare a dire che non risulta inquinamento nell'aria: non risulterà mai se non se ne farà mai un monitoraggio serio;
  • L’incendio, l'ennesimo, scoppiato domenica 2 ottobre alle 4:00 del mattino ha richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco per circa 6 ore e solo l’oscurità delle tenebre ha potuto nascondere la reale portata dell’ennesimo episodio di disastro ambientale che non ha fatto altro che aggravare la già martoriata situazione. Anche qui l’ARPAB, intervenuta a fuoco ormai spento, ci rassicura e ci tranquillizza sulla base dei rilievi fatti in loco e sulla base delle dichiarazioni del gestore dell’impianto. Appare inspiegabile anche questo ulteriore tentativo di insinuare come “sicura” una situazione solo perchè le rilevazioni sono evidentemente insufficienti a dimostrare con certezza la ricaduta nociva o la sua esclusione;
  • La mancanza di sistemi di sicurezza adeguati a tutela della salute dei lavoratori Fenice e delle popolazioni della zona è stata rilevata sia dal Sindaco di Melfi che dalla stessa ARPAB. Quest’ultima, dopo aver visionato le foto notturne dell’incendio, dichiara la necessità di un “Piano di emergenza esterno e informazioni alla popolazione sulle misure di sicurezza”. Appare chiaro che, nonostante tutta la propaganda tesa a sminuire la pericolosità dell'impianto, anche all'Arpab hanno ben presente la probabilità che una catastrofe possa accadere. Catastrofe che, ci sia consentito, nessuno può definitivamente escludere sia già accaduta;
  • l'Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) ha dichiarato che in assenza di una indagine epidemiologica non è possibile stabilire un rapporto di causalità tra le diffuse patologie riscontrate nell'area Vulture-Melfese e l'inquinamento delle falde acquifere. Chissà se a qualcuno, tra le autorità che dovrebbero tutelare la nostra salute, è mai venuto in mente che proprio per l'assenza di tale indagine non è affatto possibile escludere un nesso tra l'inquinamento e le molte malattie che flagellano la nostra popolazione. Curioso che alla dichiarazione del Ministro Prestigiacomo di aver finalmente interessato l'Istituto Superiore di Sanità per l'indagine epidemiologica ma anche per far “soccorrere” la Basilicata dall'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA), l'assessore regionale all'ambiente Agatino Mancusi non trovi di meglio che rilasciare dichiarazioni dai toni che vanno dallo scherno alla stizza.
  • Nella giornata del 13 ottobre, Fenice Spa ha diramato un comunicato stampa con cui <<L’azienda ribadisce l’oggettiva non sussistenza di una situazione di “disastro ambientale” legata all’inquinamento accidentale della falda sottostante il proprio impianto.>>.  Avranno pazienza quelli di Fenice ma le loro dichiarazioni interessate ci sembrano risibili e molto meno convincenti delle ipotesi di reato tra cui, appunto,  il delitto di  “Disastro Ambientale”, formulate anche grazie alle consulenze di autorevoli esperti e convalidate dal Giudice per le Indagini Preliminari, magistrato terzo e “super partes”.

 

Il Comitato “Diritto alla Salute”, alla luce di queste considerazioni, ritiene quanto mai opportuno che, in regime di autotutela, la Provincia revochi immediatamente l'autorizzazione anche alla luce di un parere terzo rispetto all'Arpab, quale quello già acquisito dalla Magistratura, nell'attesa dei risultati di una indagine epidemiologica e della predisposizione un “Piano di emergenza esterno” al fine di evitare conseguenze ben più gravi alle popolazioni della zona.

Parlare oggi di "principio di precauzione" è diventato un eufemismo, cerchiamo almeno di salvare il salvabile ed un briciolo della dignità e di credibilità rimaste nelle Istituzioni.

 

Lavello, 14 ottobre 2011

 

PostHeaderIcon FENICE-EDF, dopo l’apparizione e sparizione dell’ARSENICO, adesso ci sono BENZENE e FERRO!

Dopo le sollecitazioni del Comitato “Diritto alla Salute”, l’ARPAB ha deciso di pubblicare i dati relativi al monitoraggio dei pozzi di FENICE relativi al mese di Settembre.

A differenza di quanto dichiarato dall’ARPAB e dall’Assessore Mancusi, nelle nuove tabelle ci sono pozzi dove i valori di Manganese e Nickel sono al di sopra di quelli rilevati a Luglio.

In netta contraddizione con quanto dichiarato dall’ARPAB nella Conferenza di Servizi tenutasi presso la Provincia il 20 settembre 2011.

A questo punto la Provincia non ha più motivo di tenere in essere l’autorizzazione provvisoria.

FENICE STA ANCORA INQUINANDO CON VALORI SUPERIORI RISPETTO A LUGLIO.

Chi ha il potere di bloccare, sospendere, spegnere l’inceneritore lo DEVE FARE IMMEDIATAMENTE e senza indugio.

 

11/10/2011

 

Le tabelle ARPAB: http://www.arpab.it/fenice/public/Riepilogo_Fenice_settembre2011.pdf

Ultimo aggiornamento (Martedì 11 Ottobre 2011 09:49)

 

PostHeaderIcon L'INQUINATORE DI MELFI

Inchiesta di Raffaella Cosentino per Repubblica:

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/10/06/news/l_inquinatore_di_melfi-22826583/

Ultimo aggiornamento (Domenica 09 Ottobre 2011 10:52)

 

PostHeaderIcon FENICE-EDF: finalmente possiamo inquinare con la patente!

Immaginiamo per un attimo un'automobile che dal 1998 circola per le nostre strade.

Nel 2000 il proprietario fa la voce grossa con la "Motorizzazione" rivendicando la possibilità di circolare liberamente al di fuori dei confini regionali. Il TAR gli da ragione.

Adesso che ha ottenuto la possibilità di circolare liberamente, decide di venderla ad un nuovo proprietario, francese.

Il cugino d'oltralpe non ha mai guidato un'auto del genere ma assolve agli obblighi di legge fornendo alle varie "motorizzazioni" i documenti necessari con cadenza bimestrale.

Nessuna delle "motorizzazioni" si preoccupa di controllare le carte. Anzi no: qualcuno NON le riceve e qualcun'altro pensa bene di "proteggerle in cassaforte" . Carte che scottano perchè c'è scritto che dal 2002 va disseminando olio per le terre lucane. Ciò che fuoriesce dai tubi di scappamento non lo si sa, o quasi.

Nel 2005 viene "rinnovato" il foglio rosa.

Nel 2006, la ormai famosa legge 251, impone al proprietario francese di "prendere la patente di guida" che inoltra la sua bella domandina a chi di dovere.

Nel 2009 qualcuno si accorge che l'automobile perde olio e lo spiattella ai quattro venti. Il francese ammette la sua colpa ed il vigile di Melfi ammonisce i passanti di "non calpestare l'olio sversato per strada" pena uno scivolamento.

Panico!

Le "motorizzazioni" si riuniscono in fretta e furia attorno ad un tavolo per imporre all'impavido automobilista il rispetto delle norme stradali.

"Vai dal carrozziere poi dal meccanico e infine dall'elettrauto!" tuonano all'unisono.

Passano gli anni, l'olio continua ad insozzare le strade e nel 2010 gli viene "rinnovato" per la seconda volta il foglio rosa.

Di tanto in tanto prende fuoco e l'ultima volta che è successo, una delle "motorizzazioni" dice di stare tranquilli perchè il fumo è stato risucchiato dal collettore d'aspirazione che è poi correttamente fuoriuscito dal tubo di scappamento.

Ma adesso finalmente ci siamo! E' in arrivo la patente, quella vera.

L'amico francese però è un po rammaricato perchè questa nuova patente lo obbligherà a rispettare le norme. Anzi la "Motorizzazione" ha deciso di imporre al poveretto delle restrizioni maggiori rispetto a quanto stabilito dalla norma nazionale. Non solo. Gli si vuole imporre di pagare le ingessature di tutti i passanti che a causa dell'olio sversato si sono rotti una gamba.

E' un mondo ingiusto.

Se io fossi nell'EDF chiuderei tutto per fare un dispetto a tutte queste "motorizzazioni".

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Nello stesso giorno in cui viene istituita una NUOVA commissione di inchiesta su Fenice, la vecchia, quella presieduta da Giannino ROMANIELLO sentenzia:

"...sicuramente posso affermare – ha detto ancora Romaniello - che Fenice ha violato alcune norme di legge ed ha avuto un comportamento tendente ad occultare dati, a non rispondere alle sollecitazioni provenienti dalle rappresentanze sindacali aziendali, gestito l’impianto con scarsa attenzione alla salute dei lavoratori, non effettuato con diligenza e costanza verifiche e manutenzioni ad impianti ed attrezzature”.

Proprio i giusti presupposti per rilasciare a FENICE AMBIENTE SRL l'Autorizzazione Integrata Ambientale che è stata richiesta nel 2006 da FENICE SPA (di cui è socio unico).

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 05 Ottobre 2011 16:15)