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PostHeaderIcon Fumo rosso dal camino di Fenice-EDF: il 2 novembre siamo stati avvelenati o no?

Sono passate oltre due settimane da quando c’è stata l’emissione di fumo rosso dalla ciminiera del forno per rifiuti industriali pericolosi del termodistruttore Fenice-EDF e non abbiamo ancora avuto risposta alla domanda più importante: siamo stati avvelenati o no?

Diversi documenti e comunicati, pur pieni di informazioni, non ce lo dicono come non ci dicono esattamente cosa bruciasse quella mattina l'inceneritore.

Tra le varie fonti, l’ARPAB, nel corso dell’incontro tenutosi il 14 novembre, ci informa che i codici CER “dichiarati” erano autorizzati. Ma ci risulta che nessuna istituzione preposta al controllo abbia effettivamente verificato – seduta stante -  cosa materialmente sia stato introdotto nel forno in quel momento e di conseguenza cosa abbia prodotto il fumo di colore anomalo.

Fenice-EDF immediatamente dichiarava che il colore rosso fosse semplicemente “effetto delle condizioni meteorologiche”, in un secondo momento affermava che secondo la letteratura scientifica, la combustione di iodio può produrre fumo rosso. Ma nessuno ci ha ancora detto se nei rifiuti bruciati quel giorno ci fosse dello iodio.

Sappiamo che si sta ancora cercando di verificarne la presenza nelle “acque di lavaggio fumi”, ma non sappiamo quanto ancora ci vorrà. In ogni caso, anche se lo iodio venisse rintracciato, conosceremmo una causa possibile ma non la causa certa.

Speriamo di essere smentiti, ma pare che nessuno sappia cosa effettivamente abbia prodotto quel fumo rosso e quindi nessuno sa (o vuol far sapere) cosa ci sia finito nel forno rotante.

Le centraline di monitoraggio che misurano l'emissione in atmosfera, non hanno rilevato superamenti anomali ma, le sostanze emesse il 2 novembre dalla ciminiera potrebbero non rientrare tra quelle monitorate.

Questo episodio dimostra come la tanto magnificata Autorizzazione Integrata Ambientale (la cosiddetta AIA al cui rilascio ci siamo opposti in ogni modo) si è manifestata inconsistente già al primo episodio anomalo noto. Ci attendiamo che tutti i responsabili delle Istituzioni e degli Enti coinvolti riflettano seriamente su quanto accaduto e che soprattutto rispondano con chiarezza a questa domanda: il 2 novembre siamo stati avvelenati si o no?

Ultimo aggiornamento (Martedì 18 Novembre 2014 18:06)

 

PostHeaderIcon Valvano e Berlinguer in gita presso FENICE-EDF

Dopo l'ennesima “gita” istituzionale all'inceneritore Fenice EDF, lo scorso mercoledì 11 giugno si è tenuta la “necessaria” conferenza stampa nel Municipio di Melfi. Il sindaco Valvano, riferendosi al recente rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale, ha dichiarato che “Non vi era e non vi è la discrezionalità che quel provvedimento potesse essere negato” in evidente contrasto con quanto sentenziato dal TAR di Basilicata che invece recita “… analogamente alla VIA, anche per l’AIA risultano coinvolti rilevanti interessi pubblici di natura strategica, che implicano scelte connotate da ampia discrezionalità, per cui non può ritenersi che la competenza, attribuita alla Giunta Regionale, violi il fondamentale principio della separazione tra indirizzo politico e gestione amministrativa, non potendo le decisioni in materia di VIA e/o di AIA essere qualificate come mera gestione amministrativa”.

Il Sindaco si è detto anche convinto che il rilascio della “patente” AIA trasformerà la “500” di Fenice EDF in un bolide degno di Le Mans. Ma il sindaco Valvano e l’assessore Berlinguer non hanno spiegato in quanto tempo avverrà questa trasformazione e soprattutto non si sa bene chi e come dovrà controllare le prescrizioni. Alcuni giorni fa lo stesso Berlinguer riferendosi all’ente deputato ai controlli ha sottolineato “i ritardi dell’agenzia ARPAB nel fornire risposte al Dipartimento Ambiente e ai cittadini, su delicate indagini ambientali”.

Pare proprio che, in realtà, le amministrazioni coinvolte non intendano fare a meno dell'inceneritore. Che senso ha autorizzare un inceneritore per gli stessi quantitativi previsti “a buon peso” oltre vent'anni fa se tutti i comuni incrementano la propria raccolta differenziata e le industrie presenti ne diminuiscono la produzione? Che senso ha autorizzare un inceneritore che inquina visto che la comunità Europea ha messo al bando discariche e inceneritori entro il 2020? Qual è l’effettivo fabbisogno di questa regione? Come si fa a stabilire la quantità necessaria se il piano regionale di rifiuti è ancora in fase di revisione?

Da una parte i cittadini dell’area nord Basilicata si sforzano di produrre sempre meno rifiuti differenziando e dall’altra sono costretti a subire l’inquinamento ambientale di un impianto che, appare ormai chiaro,  serve solo a colmare l’incapacità della Regione nella gestione del flusso dei rifiuti in netto contrasto con le Direttive Comunitarie circa la gestione di rifiuti. Incapacità, come spesso accade, che diventa occasione per il malaffare e fonte di business per le organizzazioni malavitose.

L’assessore Berlinguer ha annunciato di voler ripartire velocemente con il progetto di bonifica. Ci auguriamo che questa solerzia tenga conto del fatto che ancora non sia stata definita l’area da bonificare, che si prendano in considerazione le osservazioni dell’ISPRA di giugno 2012 ed i trivelli fatti da Fiat, BGI e Snowstorm. Rilievi che rendono superati e tragicamente risibili sia il “piano di caratterizzazione” che “l'analisi di rischio”, a suo tempo approvate dalle amministrazioni pubbliche. Insomma ci auguriamo che finalmente il piano di bonifica venga fatto in modo ineccepibile.

Nel frattempo i cittadini dell’area Vulture Alto-Bradano dovranno rassegnarsi a subire per chissà quanto tempo ancora la devastazione dell’ambiente, almeno fino a quando i “carrozzieri” di Melfi e di Potenza non saranno riusciti a trasformare il catorcio in una Ferrari.

13 giugno 2014

Comitato “Diritto alla Salute” – Lavello PZ

Ultimo aggiornamento (Venerdì 13 Giugno 2014 14:45)

 

PostHeaderIcon MANIFESTAZIONE DAVANTI AI CANCELLI DI FENICE-EDF

 

Adesioni al 15/05/2014:


- Radicali Lucani
- Ass. Culturale "Solidarietà Civile" - Rionero
- Comitato Civico "No inceneritore a Matera - Mento sul Cemento" - MATERA
- M5S Lavello
- M5S Potenza
- Associazione Ambiente E Legalità
- OLA Organizzazione Lucana Ambientalista
- OLA CHANNEL
- Azione Cattolica Diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa
- CIA: Confederazione Italiana Agricoltori
- Comitato contro l'inceneritore nei pressi di Borgo Tressanti - Cerignola
- GD - Giovani Democratici Melfi
- Associazione Assud Lavello
- GD - Giovani Democratici Lavello
- Movimento Potenzattiva
- WWF della Basilicata
- Circolo Forza Italia giovani Lavello
- MEDITERRRANEO NO TRIV
- Forza Italia Lavello
- FIDAPA sez. di Lavello
- Associazione regionale 'Big Bang BasilicatAdesso'
- Sezione A.N.P.I. di Lavello
- Sinistra Ecologia Libertà con il gruppo parlamentare di Potenza

- Associazione Lucana Internazionale (il brigante lucano)
- Articolo 9 - aderente al Forum Salviamo il paesaggio

Ultimo aggiornamento (Martedì 20 Maggio 2014 10:43)

 

PostHeaderIcon Fenice-EDF: fermi all’anno zero!

Ancora una volta grazie a Maurizio Bolognetti apprendiamo nuove angoscianti notizie circa l’inquinamento provocato dall’inceneritore Fenice-EDF. Fiat-Sata e Snowstorm hanno condotto autonomamente indagini nei loro siti confermando quanto stiamo ripetendo da anni: la messa in sicurezza del sito Fenice-EDF NON FUNZIONA!

Notizia niente affatto scontata.

Il ritrovamento nella falda acquifera delle stesse sostanze rilasciate sotto l’inceneritore alle quali si aggiungono altre, come ad esempio il Cromo esavalente - stranamente non più presente delle analisi fatte da Arpab presso Fenice-EDF -, non fanno altro che confermare l’assoluto stato confusionale nel quale ci troviamo e la totale perdita di controllo della situazione.

Alla luce di questi nuovi elementi bisogna immediatamente invalidare tutta la procedura messa in atto a partire da marzo 2009 dove, in sede di conferenza di servizi, sono stati approvati il Piano di Caratterizzazione, l’Analisi di Rischio e per giunta stava per essere approvato un piano di bonifica definito “carente” dall’ISPRA.

Questi nuovi elementi rimettono tutto in discussione, non solo la definizione dell’area oggetto dell’inquinamento, ma anche e soprattutto il complesso di elementi chimici inquinanti oggetto di indagine e successiva bonifica.

Mentre la SATA “pretende” giustamente che venga ripristinata la situazione ambientale da chi ha provocato l'inquinamento o in subordine da Regione e Comune di Melfi, il sindaco Valvano si dichiara “soddisfatto” per il rilascio dell’AIA.

Il sindaco sembra non tener conto del fatto che tutte le prescrizioni che si intendono imporre a Fenice-EDF richiederanno tempi lunghi di progettazione e di attuazione, per alcune delle quali si parla di almeno 3 anni.

Nel frattempo chi gestisce l’inceneritore farà l’ennesimo ricorso al TAR e continuerà la propria attività inquinante.

Ma il problema non è solo nelle falde acquifere, sulla qualità dell’aria siamo molto carenti e l’unico studio fatto nel 2011 dal dipartimento agricoltura dell’Università di Basilicata con l’uso di licheni in zona Gravetta a Lavello, rileva quantità di metalli pesanti al di sopra della norma.

Un inquinamento dell’ambiente fuori controllo, con problemi di sicurezza interna all’inceneritore denunciati dagli stessi lavoratori dell’impianto, l’assenza di un piano di emergenza ed evacuazione, l’assenza di uno studio epidemiologico e l’assenza di un protocollo sanitario per i medici di famiglia.

Nonostante tutto la Giunta Regionale, assente il presidente Pittella, decide per il rilascio dell’AIA!

E’ una situazione intollerabile per tutti i cittadini della zona che chiedono, ancora una volta, alle Autorità e agli Enti competenti responsabilità e dovere. Ogni giorno in più non fa che aggravare la già martoriata situazione.

Non è più il momento di giocare con i tatticismi “burocratico-amministrativi” ma di prendere le uniche decisioni sensate: bloccare l’attività dell’inceneritore e garantire l’occupazione dei lavoratori con la riconversione.

 

22/04/2014

Comitato Diritto alla Salute

Ultimo aggiornamento (Martedì 22 Aprile 2014 16:36)

 

PostHeaderIcon NON AUTORIZZATE FENICE-EDF!

SABATO 12 APRILE 2014 - ORE 17:00

MANIFESTAZIONE DAVANTI AI CANCELLI DELL’INCENERITORE SIMBOLO DEL DISASTRO AMBIENTALE E POLITICO IN BASILICATA!

UNA CROCE PER OGNI VITTIMA DELL'INQUINAMENTO:
Nel corso della manifestazione verranno distribuite delle croci bianche che pianteremo nel terreno antistante l’inceneritore come segno di protesta contro chi sta distruggendo la nostra terra e la nostra salute.
...............

PROGRAMMA A PARTIRE DALLE ORE 17:00:
- Momento di preghiera con il vescovo Mons. TODISCO
- Interventi degli ospiti
- “Piantiamo le croci”
- Proiezione del documentario "sporchi da morire"

> ADERISCONO ALL'INIZIATIVA:

- Radicali Lucani
- Ass. Culturale "Solidarietà Civile" - Rionero
- Comitato Civico "No inceneritore a Matera - Mento sul Cemento" - MATERA
- M5S Lavello
- M5S Potenza
- Associazione Ambiente E Legalità
- OLA Organizzazione Lucana Ambientalista
- OLA CHANNEL
- Azione Cattolica Diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa
- CIA: Confederazione Italiana Agricoltori
- Comitato contro l'inceneritore nei pressi di Borgo Tressanti - Cerignola
- GD - Giovani Democratici Melfi
- Associazione Assud Lavello
- GD - Giovani Democratici Lavello
- Movimento Potenzattiva
- WWF della Basilicata
- Circolo Forza Italia giovani Lavello
- MEDITERRRANEO NO TRIV
- Forza Italia Lavello
- FIDAPA sez. di Lavello
- Associazione regionale 'Big Bang BasilicatAdesso'
- Sezione A.N.P.I. di Lavello

Ultimo aggiornamento (Sabato 12 Aprile 2014 05:18)